La postproduzione di un’immagine

 

prima (foto superiore) e dopo.

prima (foto superiore) e dopo.

 

Oggi ci sarebbe dovuto essere il sole ma il meteo ha deciso di mantenere ciò che non aveva promesso, almeno fino ad ora … quindi che fare? Mi metto al tavolo e sistemo alcune foto. Non ho voglia di farlo da solo quindi immagino di avere vicino qualcuno a cui raccontare come lo faccio (non è detto che sia il modo più corretto, ma è il mio) … e, per vostra sfortuna, ci siete voi.

Pur non volendo affrontare il discorso religioso ed etico della postproduzione … fin dove si possa parlare di elaborazione delle immagini e dove questa si trasformi in fotoritocco … qualcosa devo dire. La postproduzione di immagini digitali, credo sia non solo utile ma indispensabile a restituire le cromie e le sensazioni vissute dagli occhi mentre scattavano. La latitudine di posa (da wikipedia: la latitudine di posa misura la capacità di registrare sfumature che vanno dallo scuro al chiaro. Maggiore è la latitudine di posa, più grande è la capacità di registrare neri più neri e chiari più chiari) dei nostri occhi è molto più ampia rispetto a quella della fotocamera … le pupille (il diaframma della macchina fotografica) si regolano automaticamente passando dalla luce all’ombra …. quello che opera la fotocamera è sempre un compromesso, quindi migliorabile. Per questo motivo, intervenire sulle immagini, non è un “taroccamento” ma serve a rendere loro giustizia.

Gli interventi che, per scelta, effettuo sulle immagini, sono solo quelli che venivano effettuati in camera oscura …. non metto un tramonto dove non c’è (taroccamento!).

ok, prendiamo come riferimento le due immagini sopra riportate e che trovate, di dimensioni maggiori, qui.

Le uniche cose in comune tra le due immagini (due jpg fin dalla nascita), sono il taglio e  la ottimizzazione dell’esposizione attraverso la regolazione dei livelli (funzione Levels). La prima immagine si ferma lì.

Per quanto riguarda gli interventi sulla seconda immagine, ovvero la mia procedura standard, mi comporto così:

1) Eliminazione/attenuazione della dominante magenta (o blu) tipica delle foto di montagna

2) Effettuazione della pulizia/purezza dei colori attraverso la regolazione della loro composizione cromatica (funzione colore selettivo o selective color)

3) Aumento della brillantezza (funzione Contrast o, meglio, funzione Vibrance – presente solo in CS4)

4) un briciolo di saturazione

5) contrasto quanto basta. (funzione Contrast, se non già utilizzata al punto 3)

6) un pizzico di maschera di contrasto.

Non spiego operativamente le singole azioni in quanto saranno incluse in un piccolo tutorial, sulla fotografia di montagna, in corso di lavorazione…

L’unica cosa che, in questa sede, mi sento di suggerire,  è quella di effettuare ciascun intervento su un livello distinto dell’immagine in modo da preservare sempre lo scatto originale.

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